Adult Stories Forum

Go Back   Adult Stories Forum Historias de sexo italiano Anal
Register FAQ Calendar Today's Posts Search

Reply
 
LinkBack Thread Tools Search this Thread Display Modes
DurumOffline
No Avatar
Uyarý:
Profil detaylarýný görmek için üye giriþi yapmalýsýnýz

Üyeliðiniz bulunmuyorsa Kayýt ol linkine týklayarak kayýt olabilirsiniz.

Asia, quando diventai lo schiavetto della classe

 
Post #1


Asia, quando diventai lo schiavetto della classe
Per la gita di fine anno scolastico delle scuole medie, i miei professori avevano deciso che saremmo andati a Zurigo. I miei compagni era molto delusi. Avevano sperato di andare a Praga o Barcellona. La capitale finanziaria d'Europa aveva risvegliato pochi entusiasmi. Alla fine, però, la città è risultata una piacevole scoperta. E anche il nostro alberghetto è risultato essere molto più bello che dalle foto. Soprattutto avevamo in ogni stanza una mega schermo. E l'ultimo giorno Mario è arrivato con una sorpresa.

"Tadadattà." Esclamò Mario, entrando in stanza e mostrandoci trionfante il suo ultimo acquisto.
"Un cavo?" Chiesi incerto.
"Un cavo per il tablet." Confermò. "Stasera ci si diverte." Estrasse il suo tablet dallo zaino e collegò il cavo al grande schermo che dominava la stanza. In un attimo quel televisore senza wifi era collegato alla rete locale e Mario aveva già fatto partire un video porno preso da un qualche sito.
"Oh, porca?" Gianluca sorrideva entusiasta, fissando una prosperosa bionda che si divertiva con i cazzi di due uomini. Mario e Gianluca si gettarono suoi letti senza staccare gli occhi dalla scena. Tra le loro gambe già si intravedeva il gonfiore dell'eccitazione di adolescenti arrapati.
"Ehi, Luca, che fa ancora in piedi. Ti stai perdendo il meglio." Mi incitò Mario. Timidamente mi avvia verso il letto e mi sdraiai, fingendo interesse per la sega spagnola che la bionda stava facendo a uno degli uomini.

"Cazzo, io non ce la faccio più." Esclamò Gianluca, infilandosi una mano dentro i pantaloni e iniziando un lento movimento.
"Che fai? Siamo tutti maschi, di che ti preoccupi. Tiriamolo fuori." Disse Mario e in un attimo aveva liberato il suo arnese che svettò fra di noi. "E grosso, eh?!" Disse, quando si accorse che lo stavo fissando. Io abbassai lo sguardo imbarazzato, annuendo. "Forza, che aspettate. Vi vergognate dei vostri cazzetti? Tanto non vi giudico."
"Cazzetti? Guarda e ammira." Esclamò Gianluca, tirandosi giù la cerniera della patta. Il suo cazzo poteva tranquillamente competere con quello di Mario, che concesse che effettivamente erano quasi grandi uguali.

Poi entrambi si voltarono a fissarmi. Deglutii e alla fine cedetti. Tirai fuori il mio cazzo, o come giustamente aveva suggerito Mario, il mio cazzetto. In realtà non era piccolo, ma rispetto ai loro due era chiaramente svantaggiato.
Mario mi diede una patta di comprensione sulla spalla. "Alla fine le dimensioni non sono importanti." Disse, tentando di consolarmi, ma vidi lo sguardo di complicità che si scambiò con Gianluca. Sapevano che loro, come sempre, erano su un altro livello rispetto a me.

Gianluca e Mario erano i miei migliori amici sin dal primo anno di medie. Ed erano i più ammirati della classe. Mario faceva atletica e a ginnastica umiliava sempre tutti con i suoi risultati. Gianluca era un nuotatore e negli spogliatoio faceva sentire tutti deboli con il suo fisico scolpito e tonico. Se non fosse per loro, probabilmente sarei lo sfigato della classe. Non so come, non so perché, ma mi hanno preso sotto la loro ala protettiva e questo aveva salvato la mia vita scolastica. Ma sapevo che non sarei mai stato al loro livello.

Mario e Gianluca iniziarono a smanettarsi e anch'io feci lo stesso. Ma, mentre loro tenevano gli occhi attaccati al culo dell'attuale brunetta che veniva stantuffata dall'ennesimo stallone, io sbirciavo fra le loro gambe. Le loro mani si agitavano su e giù sulle loro aste turgide. Le loro cappelle erano grosse e lucide.
"Cazzo, basta." Mario s**ttò in piedi, facendomi sobbalzare e dissolvendo le mie fantasie. Mi aveva scoperto. "Cazzo, stiamo per iniziare il liceo. Non voglio passare l'ultimo giorno di gita a dovervi smanettare ancora da solo."
"Stai calmino. La nostra ormai è una classe di soli ragazzi. E anche se parlassi il tedesco dubito che troveresti una ragazza che ti faccia una sega." Lo fece ragionare Gianluca.
Mario rifletté un attimo, in piedi sul letto, con il cazzo in tiro che puntava l'aria. "Potremmo farci delle seghe fra di noi."
"Ma piantala. Sei un morto di figa. Io il tuo cazzo non lo tocco." Si tirò subito indietro Gianluca.

Mario non si diede per vinto. Si gettò in ginocchio di fronte a me. "Dai, Luchetto, non possiamo arrivare al liceo senza esperienza."
Aprii la bocca e la richiusi meccanicamente. Mario aveva spesso riempito le mie fantasie, mentre mi masturbavo in bagno. Ma non potevo. Se si fosse saputo, che fine avrei fatto? Guardai Gianluca. Lui sollevò le spalle. "Fate come vi pare."
"Dai, dai, dai. Nessuno lo saprà mai." Insistette Mario, supplicandomi a mani giunte.

In fin dei conti le medie erano finite. Molti compagni non gli avrei più rivisti. "Ma poi facciamo cambio, ok?" Mario saltellò sul materasso vittorioso e si sedette di fronte a me a gambe divaricate. Fissai un attimo quel bastone eretto. Deglutii e avvicinai la mano. Le mie dita si avvolsero attorno alla sua mazza. Era morbido e caldo. Era diverso dallo stringere il proprio cazzo. Era come se fosse qualcosa di vivo. Cioè era vivo, ma nel senso proprio di suo. Mi ritrassi subito spaventato. Cosa stavo facendo?
"Ehi, che ti prende? Tutto qui?"
Gli afferrai nuovamente il cazzo e stavolta inizia a muovere la mano. Su e giù. Su e giù. La sua pelle liscia saliva e scendeva, ricoprendo e poi svelando la sua cappella. Mario sorrideva con soddisfazione. Gianluca si era rimesso a guardare il porno e si smanettava indifferente.

Delle gocce di pre-sperma sbucarono fuori dalla punta del suo cazzo, rendendo la cappella ancora più lucida e rossa. Avevo la bocca piena di saliva. Mi umettai le labbra. Non so cosa mi prese. Il mio cazzo mi pulsava fra le gambe. Faceva male talmente era duro. Avvicinai la testa e aprii la bocca. Accolsi quella sua fragola succosa sulla lingua e le mie labbra avvolsero la sua asta.
"Oh, ma che cazzo fai?!" Esclamò Gianluca sconvolto. Mi allontanai subito. Mario aveva la bocca aperta, ma gli occhi erano in estasi.
"No, non ti fermare. Era fighissimo. La tua bocca è così morbida."

Gianluca era piombato nel silenzio e ci fissava, in attesa di cosa sarebbe successo. Ormai era fatta e questa era la mia ultima occasione per succhiargli il cazzo. Mi avvicinai nuovamente al cazzo di Mario e lo ricevetti in bocca. Non lo avevo mai fatto, ma sapevo come farlo. Avevo visto molti video. Iniziai a muovere la testa ritmicamente. La mia saliva aveva reso scivolosa la sua asta. La mia lingua sfregava il tronco che si gonfiava sempre più. Mario ansimava. E io non potevo fare a meno di sentirmi felice di dargli piacere.

Mi aveva sempre protetto, mi sentivo quasi in dovere di farlo godere. Il suo cazzo vibrò e la sua cappella gonfia mi esplose in bocca. La sua sborra calda e densa mi saturarò il palato. Mi alzai di corsa verso il bagno e andati a sputare nel lavandino. Mi sciacquai la bocca, cercando di togliermi il suo sapore. Mi vergognavo a tornare da loro.

"Allora come è stato?" Sentii che chiedeva incuriosito Gianluca.
"Forse perché era il mio primo pompino, ma è stato fa-vo-lo-so."
"Ti sei fatto fare un bocchino da un ragazzo."
"E chè, le bocche delle ragazze sono diverse?"
Ci fu un attimo di silenzio. Mi feci coraggio e tornai nella stanza. Mario mi salutò con un pollice sollevato. Gianluca non osava guardami negli occhi, ma il suo cazzo era ancora duro fra le sue gambe.
"Senti, ti fa di farlo anche con me?" Chiese leggermente a disagio, passandosi una mano fra i boccoli rigogliosi.
"Dai, dai, dai." Mi incitò di nuovo Mario. Io non potei che assentire.

Gianluca si sedette contro la testa del letto. Il suo cazzo era ricurvo e si elevava fiero verso l'alto. Mi piegai incerto fra le sue cosce. Erano muscolose e ricoperte già da una rada peluria scura. Gianluca mi guardava con aspettativa. Gli afferrai il cazzo e iniziai a fargli una sega. Era durissimo.
"Puoi usare anche la bocca?" Mi chiese. Di tutta risposta avvicinai le labbra e avvolsi quella nerchia di nuotatore provetto. Succhia con lo stesso impegno che avevo messo con Mario. L'eccitazione mi era tornata e il cazzo di Gianluca sembrava la cosa più buona che avessi mai provato.

Mario si portò vicino a noi. Aveva il cazzo nuovamente in tiro e si stava già masturbando. Gianluca si lasciava pompare in silenzio, ma, quando provai a ingoiare tutto la sua asta fino ai sui peli virili, non riuscì a trattenere un gemito di piacere.
Mario scoppiò a ridere. "Cazzo, te l'ha ingoiato tutto. E' una vera gola profonda."
C'era qualcosa di umiliante, eppure volevo far godere Gianluca come avevo fatto godere Mario. Succhiavo e leccavo come se ne andasse della mia vita e in un certo senso penso che fosse così.

Alle mia spalle Mario mi abbassò i pantaloni, facendomi s**ttare di lato, abbandonando il cazzo di Gianluca, che mi fissò interdetto.
"Hai proprio un bel culo. Non è grosso come quello della bionda, ma non è male."
"Cazzo, Mario, stai esagerando. Sarai mica frocio?" Chiese Gianluca, la voce indebolita dall'eccitazione.
"Guarda che quello che si sta facendo fare un pompino adesso sei tu, non io." Gli fece presente Mario. "E poi frocio è chi lo prende. Mica chi lo da." Io lo guardai storto.
"Sì, ma cazzo, è il culo."
"Come una bocca e sempre una bocca, così anche un culo. C'è forse una differenza fra il buco di una donna e quello di un uomo?" Mario sfruttò ancora una volta lo stesso argomento. "Vuoi arrivare vergine al liceo?"
Anche stavolta l'argomento sembrò fare effetto e Gianluca si accontentò di alzare le spalle.
"Stiamo andando troppo in là." Mi intromisi. Stavano parlando del mio culo come se non esistessi.
"Dai, ci hai già fatto un pompino. Che ti costa."
"Avevi promesso che facevamo a turni."
"Sì, vabbè, era per dire. Volevo convincerti. Sono mica frocio io."
"E io sì?"
"Bè, hai appena avuto il mio cazzo in bocca e il tuo è più in tiro che mai." Fece notare Gianluca.

Non avrei potuto negare l'evidenza, ma mi rifiutai di rispondere.
"Vabbè, dai, almeno finiscimi il pompino. Non lasciarmi così." Finse di supplicarmi Gianluca, indicando il suo cazzo che stava agitando senza toccarlo. Non sapevo più cosa fare, ma l'eccitazione era troppo forte e a testa bassa ritornai fra le sue gambe.
"Posso almeno toccarti il culo?" Chiese Mario e prendendo il mio silenzio per un assenso iniziò a massaggiarmi le chiappe. Feci per alzarmi, ma stavolta Gianluca mi strinse la testa fra le mani, imponendomi di mantenere il ritmo. Inizio ad aiutarsi dando dei colpi con il bacino. Mi stava scopando la bocca e io lo lasciai fare.

Mario alle mie spalle mi sfiorò il buchino con la cappella e dopo avermelo stuzzicato un attimo, provò a spingere. Mi girai di s**ttò.
"Stai calmo. Tanto non entra. È troppo duro."
Gianluca mi spinse la testa nuovamente sul suo cazzo. "Devi lubrificarlo." Spiegò all'amico.
"Non ho niente."
"Sputaci sopra."
Mario sputò sopra il mio buchino e anche sul suo cazzo, massaggiandoselo tutto. Provò nuovamente a spingere. Gridai di dolore.

"Fai silenzio, Luca. Vuoi che qualcuno sappia che ti fai rompere il culo?" Gianluca mi fece cenno di far silenzio. Mi morsi le labbra. Mario spinse ancora. Sembrava davvero che mi stesse aprendo in due.
"È entrata la cappella. Vado."
Gianluca mi tappò istintivamente la bocca. Mario spinse e me lo infilò fino in fondo. Le sue palle sbatterono contro il mio culo. Il mio urlo fu soffocato dal palmo di Gianluca, mentre le mi lacrime gli bagnarono le dita.

"È fantastico. È così stretto, ma allo stesso tempo soffice." Si godette un attimo quell'istante. La sua testa leggermente inclinata all'indietro. Poi da giovane maschio arrapato iniziò a cavalcarmi come uno forsennato. Il suo ritmo era irregolare. Faticava a controllare il movimento del bacino.
"Vengo. Non ce la faccio più." Mario si svuotò per la seconda volta dentro di me. Stavolta mi riempì il culo. Diede ancora alcuni colpi per svuotarsi completamente. Poi crollò suoi gomiti all'indietro. Il cazzo moscio in bella vista.
"Non sei durato niente." Lo prese in giro Gianluca.
"Sì, ma che scopata."
"Ora tocca a me." Gianluca si alzò e si mise anche lui alle mie spalle. "Cazzo, hai davvero un bel culo. Non lo avevo notato. Sembri un nuotatore. Però, senti, io il mio cazzo nella sborra di Mario non ce lo metto. Vatti a lavare."

Ormai completamente succube di loro, mi alzai e mi diressi in bagno. Mi cagai fuori la sborra di Mario. Lo sforzo mi fece male al culo. Me lo aveva proprio rotto. Mi lavai e tornai sul letto, dove mi aspettava Gianluca, il cazzo ricurvo che spuntava tra le sue gambe.

Mi misi a gattoni di fronte a lui e servizievole sollevai il culo. Gianluca non si fece attendere e con un solo colpo mi sfondò. Ero già preparato, ma il colpo fu così improvviso e rapido che mi sfuggì un grido di dolore.

Poi Gianluca inizio a fottermi con la stessa foga di adolescente eccitato di Mario. Per dare un ritmo più regolare ai suoi colpi, mi strinse i fianchi e si aiutò per spingere la sua asta fino alla base. Ogni volta inarcavo la schiena dal dolore e loro ridevano del loro potere sul mio corpo.
"Che ti lamenti. Hai un cazzo in culo, ma il tuo è ancora in tiro." Disse Mario, indicando fra le gambe.

Era vero. Faceva male, ma non riuscivo a controllare il mio corpo. Gianluca accelerò gli affondi e con un grugnito sommesso anche lui mi riversò il suo orgasmo caldo dentro. Con il fiatone di sdraiò sul letto.
"Che figata. Altro che una sega. Mi sembra di essere venuto dieci volte."
"Ma se sei durato meno di me." Lo rimbeccò Mario.

Io in silenzio mi alzai tutto indolenzito e mi chiusi in bagno, lasciandoli alle loro risate. Mi masturbai ed esplosi con il più forte orgasmo che avevo mai avuto. Ma quando il piacere svanì mi sentii sporco e schifoso. Mi misi sotto la doccia, sperando di lavare via quella sensazione, ma l'unica cosa che riuscii a cancellare fu l'odore di sborra che mi circondava. Quando tornai in stanza, li trovai entrambi addormentati, esausti dalla loro prima scopata. Mi infilai sotto le coperte.

A colazione la mattina seguente andai a sedermi da solo. Mario e Gianluca stavolta non mi degnarono di nessuna attenzione. Li vidi prendere posto con altri compagni. Le loro risate risuonava nella mensa dell'ostello. Presto avrei scoperto di cosa stavano ridendo. Dopo aver preparato i bagagli salimmo sul bus che ci avrebbe riportati a Torino. Feci per sedermi nei primi posti, ma Mario mi prese per il braccio e mi disse che ci saremmo seduti in fondo al bus. Seguii in silenzio Mario e Gianluca e presi posto vicino al finestrino, lasciando che il mio sguardo vagasse nel vuoto oltre il vetro.

Quando il bus partì, Nicola e Simone, che era seduti di fronte a me, si voltarono e mi guardarono divertiti. "Abbiamo sentito che ti piace il cazzo." Disse Nicola, sorridendo. Mi avevano tradito. I miei amici mi avevano tradito. "Allora, non rispondi?" Insistette Nicola. "Dai, guardalo, non ti piace?" Tirò fuori il suo cazzo barzotto e lo infilò nella fessura fra i due sedili. Ero sconvolto.

"Succhialo o vuoi che tutta la scuola sappia cosa fai?" Mi minacciò Simone, sghignazzando.
Mi voltai a guardare Mario e Gianluca, sperando di trovare un qualche sostegno. Ma stavano ridacchiando e facendomi cenno di prenderlo in bocca.
"Succhialo." Mi intimò Nicola. La sua voce non era più divertita. Era quello che gli avevo sempre sentito usare contro quelli del primo anno. Era il bulletto della scuola e ora io non avevo più nessun protezione.

Mi piegai verso la fessura dei sedili. Socchiusi le labbra, ma poi mi tirai indietro. Nicola mi afferrò per il colletto della maglietta mi spinse verso il suo cazzo. Aprii la bocca e iniziai a ciucciare.
"Cazzo, avete ragione. Succhia che è una favola." Si complimentò con Mario e Gianluca. Succhiai e leccai e finalmente, gemendo come un a****le, Nicola mi schizzo in gola. Il suo liquido corposo e caldo sapeva di vergogna e umiliazione.

"Ehi, Nicola, piantala di fare casino. E siedi bene." Lo sgridò la professoressa.
"Sì, signora, mi scusi." Rispose più educato del solito Nicola, riprendendo il suo posto.
Mi guardai intorno, con le guance pieno di sborra, cercando un posto dove sputarla. Gianluca e Mario sghignazzavano.
"Stavolta devi ingoiarla. Facci vedere che ti piace il sapore di maschio." Mi inzigò Mario.
Non avevo altra scelta. Con uno sforzo ingoiai la sborra di Nicola. Ebbi un leggero conato.
Nicola scoppiò a ridere. "Non ci credo. Non ci credo. Hai davvero mandato giù la mia sborra. Che frocio schifoso che sei."

"Ora tocca a me." Saltò su Simone. Feci per avvicinarmi alla fessura, ormai pronto a ingoiare altra sborra pur di far finire questo incubo il prima possibile. "No, no, io voglio il servizio completo." Si alzò e venne a sedersi di fianco a me. "Tiramelo fuori." Accettai il suo ordine di buon grado e gli tirai giù la cerniera.
"Ahah, guarda come lo apre. Sembra che stia spacchettando un regalo." Rise Francesco nella fila a fianco.
"E ora arriva la sorpresa." Disse Simone, quando tirai giù l'elastico dei suoi boxer e il suo cazzo balzò fuori già in erezione. "Allora ti piace il tuo regalo?"
"Forza, rispondi. Ti piace?" Insistette Nicola.
"S-sì." Balbettai, facendo scoppiare una risata corale sommessa per non farsi sentire dai professori. "Fammi vedere questo tuo culorotto."
"Ma siamo su un bus." Obiettai.
"Siamo in fondo. Nessuno ci vede."

Lentamente mi abbassai i pantaloni e poi le mutande. Mi fecero girare e sollevare il culo. Dovetti allargarmi le chiappe con le mani, così che tutti potessero vedere il mio buchino rosato.
"Dai, ora siediti su di me." Mi invitò Simone, stringendo la base del suo cazzo verso l'alto. Io guardai la cima del bus. Un sacco di miei compagni mi stava guardando con impazienza. I professori, però, sembrano non accorgersi di nulla.

"Lo so che è molto più grande di quelli mingherlini di Mario e Gianluca, ma non devi aver paura."
"Ehi, cazzo dici." s**ttò su Mario. "Dopo ti faccio vedere come lo faccio gridare."
Mi portai davanti a Simone e piano piano calai il mio culo sulla sua asta che mi puntava minacciosa. Il suo cazzo era umido del suo spunto, ma io ero ancora dolorante per le scopate di ieri. Gemetti di dolore, mentre la sua cappella si faceva strada dentro la mia carne, aprendomi con un coltello.

"Ehi, che succede là in fondo?" Chiese un professore.
Simone mi diede uno spintone per farmi rispondere. "Niente, professore. È tutto apposto." Dissi, cercando di rendere il tono della mia voce il più naturalmente possibile.
"Bravo. Ora fai, silenzio. O vuoi che i professori ti vedano con un cazzo in culo?" Mi mise in guardia Simone. Il bus ebbe una scossa e io persi l'equilibro, precipitando sul suo cazzo. I ragazzi trattennero una risata, mentre una smorfia di dolore mi contorceva la faccia.
"Fa male?" Chiese Francesco divertito.
Io annuii.
"Bè, alla fine deve far piacere a me mica a lui, no?" Disse Simone. "Ora muoviti." Mi ordinò e a fatica mi sollevai per lasciarmi cadere, lanciando un gemito sommesso. E poi ancora mi sollevavo e mi lasciavo cadere. I ragazzi mi stavano fissando tutti in preda all'eccitazione, vedendomi che mi impalavo da solo.

"Cazzo, voglio dare io il ritmo. Voglio fottere a pecorina io." Si lamentò Simone.
"Sì, così ti vedono. Fallo stare fermo sollevato e muovi tu il bacino." Gli suggerì Edoardo che si era sporto da di fianco a Francesco. Simone mi fece sollevare leggermente e iniziò a muovere il bacino su e giù. Su e giù. E in un attimo anche lui si svuotò dentro di me.
"Stringi le chiappe. Non vogliamo sborra in giro." Disse Gianluca, preoccupato delle apparenze come sempre. Tenni le chiappe strette, mentre Simone sfilava il suo cazzo esausto. Stava ansimando soddisfatto.

Uno dopo l'altro i miei compagni vennero in fondo e mi scoparono. A nessuno importava più che immergevano il loro cazzo nella sborra di quelli che gli avevano preceduti. Anzi, sembravano più eccitati che fosse così scivoloso.

"Cazzo, stai esplodendo di sborra." Disse Mattia, quando anche lui sfilò il suo cazzo dal mio culo e un filo di liquido bianco mi colò sulla coscia.
"E ci credo. Gli avremo sborrato in culo in una quindicina." Rise Mario.
"Alla fine i porta-sborra come lui servono a quello." Calcò Francesco.
"Mi dispiace, Luca. Ma sai come si dice di noi ragazzi, no? Siamo giovani, sono gli ormoni e dobbiamo sfogarci." Disse Mattia, dandomi un paio di colpetti sul culo e chiudendosi la patta. Per fortuna avevano finito. Presi un fazzoletto mi pulii la sborra che era colata fuori e mi tirai su i pantaloni, tornando al mio posto vicino al finestrino.

"Cazzo, quanto manca? Mi scappa troppo da pisciare." Esclamò Nicola.
"Ma di che ti preoccupi. Abbiamo tutto quello che serve qui." Disse Simone.
"Uh? Non ce mica il gabinetto su questo bus."
"Come no? Luca vieni un po' qua."
"No, vi prego. Questo no." Supplicai.
"Pensavo ti piacesse quello che esce dai nostri cazzi. Sborra o piscio dovresti essere pronto a prendere tutto quello che ti diamo."
I ragazzi si scambiarono uno sguardo complice e assentirono. Abbassai lo sguardo. Non avevo scelta.

Nicola gongolava, mentre si portava al mio fianco. Tirò fuori il cazzo, stavolta a riposo. Lo guardai sperando in un gesto di clemenza, ma con un cenno del mento mi invitò a fare il mio dovere. Accolsi il suo cazzo in bocca. Così piccolo mi entrava tutto. Nicola ebbe un attimo di tensione, poi uno spruzzo caldo e acido mi inondò la bocca.
"Guai a te se ne fai uscire una goccia. Non voglio puzzare di piscio." Mi mise in guardia Nicola, mentre il suo piscio mi colava veloce in gola. Cercai di non soffocare, inghiottendo più velocemente che potevo. Finalmente gli ultimi schizzi mi colpirono il palato. Mi fece tirar fuori la lingua e mi guardò, mentre ricevevo le ultime gocce.
"Sei proprio un cesso ambulante. Tutta te la sei bevuta."
"Anche a me scappa, cesso." Disse Francesco e a occhi bassi mi portai di fronte a lui per aiutarlo a svuotarsi.

Alla fine, anche a chi quasi non scappava, vollero pisciarmi in bocca pochi schizzi per godere di quel senso di dominio chi gli dava. Io avevo la vescica che mi esplodeva. Lo stomaco mi gorgogliava, mentre sentivo la sborra accumulata che mi premeva sullo sfintere per riuscire a uscire. Mi alzai e andai dalla professoressa a pregarla di fermarci.
"A qualcun altro scappa?" Chiese alla comitiva.
"No, prof. Noi ce la facciamo a tenerla." Rispose Nicola per tutti. Il bus fu percorso da risate.
"Manca poco e siamo arrivati. Non ce la fai a tenerla ancora un po'?" Mi chiese quasi irritata.
"La prego non ce la faccio più."
"Va bene. Alla prossima stazione di servizio ci fermiamo."

Appena il bus ebbe finito di posteggiare saltai giù e corsi in bagno. Un brivido di liberazione e di dolore mi pervase, quando finalmente espulsi tutta la sborra che avevo raccolto. Quando anche la vescica si fu scaricata, mi rilassai. Il senso di sollievo durò un attimo. Gli occhi mi si riempirono di lacrime e scoppiai a piangere seduto sul cesso di una stazione di servizio.
Qualcuno bussò alla porta del gabinetto. "Ehi, tutto bene, Luca?" Era uno dei professori. Mi asciugai le lacrime e risposi di sì.
"Dai, allora apri. Ho un regalino per te."
09-17-2024, at 12:43 PM
Alýntý
Reply




Powered by vBulletin® Version 3.8.11
Copyright ©2000 - 2024, vBulletin Solutions Inc.
deneme bonusu deneme bonusu deneme bonusu veren siteler deneme bonusu veren siteler deneme bonusu veren siteler etimesgut escort izmir escort izmir escort izmir escort istanbulblog.info sincan escort çankaya escort etlik escort Anadolu Yakasý Escort Kartal escort Kurtköy escort Maltepe escort Pendik escort Kartal escort sincan escort dikmen escort altyazýlý porno þiþli escort mecidiyeköy escort beþiktaþ escort escort istanbul ataköy escort bursa escort bursa escort bursa escort bursa escort bursa escort alt yazýlý porno escort escort escort travestileri travestileri Escort bayan Escort bayan bahisu.com girisbahis.com etlik escort etimesgut escort eryaman escort antalya rus escort Ankara escort bayan Escort ankara Escort ankara Escort eryaman Keçiören escort Escort ankara Sincan escort bayan Çankaya escort bayan hurilerim.com Escort escort istanbul escort beylikdüzü escort ankara escort bornova escort balçova escort mersin escort Hacklink Hacklink panel wbahis